Durante il convegno organizzato dall’OAM che si è tenuto lo scorso 29 aprile a Roma dal “Il futuro dei professionisti del credito tra digitalizzazione ed evoluzione normativa: opportunità e rischi secondo l’analisi OAM–Prometeia”, sono stati presentati studi e spunti di riflessione importanti per il settore. Temi centrali emersi: l’impatto della digitalizzazione, l’evoluzione normativa e le dinamiche del mercato.
Cosa è stato detto durante il convegno? Lo riassumiamo in questo articolo.
Una panoramica del settore
Il quadro delineato è profondamente mutato rispetto al momento dell’adozione del decreto legislativo 141/2010. L’innovazione tecnologica ha apportato cambiamenti significativi, introducendo nuovi prodotti, servizi e modalità di fare credito. Parallelamente, la progressiva contrazione degli sportelli bancari avrà come ragionevole conseguenza che l’accesso al credito, a livello di primo contatto, avverrà sempre più frequentemente attraverso gli agenti e i mediatori e la loro rete distributiva (collaboratori e dipendenti). Questo mutato contesto pone nuove sfide non solo per i professionisti del credito, ma anche per l’OAM stessa, le cui attività di vigilanza vanno adattate all’evoluzione del mercato per garantire elevati livelli di protezione dei consumatori e tutela del mercato.
L’intervento del regolatore è fondamentale per definire una normativa al passo con i tempi. Il MEF sta lavorando attivamente in questa direzione, in particolare con il recepimento della seconda Direttiva sul Credito al Consumo (CCD2). È stato elaborato uno schema di decreto legislativo di attuazione nell’ambito di un tavolo tecnico coordinato dal MEF, a cui partecipano OAM e Banca d’Italia. Tra i temi su cui si sta lavorando, di diretto interesse per i professionisti del credito, vi è la rivalutazione delle caratteristiche del sistema di abilitazione, registrazione e vigilanza, al fine di garantire idonei livelli di professionalità e assicurare l’efficacia della protezione del consumatore.
Alcune novità
In quest’ambito, si riflette sul perimetro dell’attività riservata e sulle relative esenzioni, ma soprattutto sul tema dei dipendenti e collaboratori, valutando un rafforzamento delle forme di accountability degli intermediari e dei poteri di controllo dell’OAM nei loro confronti. Un’altra novità assoluta della direttiva è l’estensione del perimetro applicativo ai fornitori di beni e servizi che concedono dilazioni di pagamento (merchant), per i quali la sfida è definire un sistema di vigilanza e abilitazione proporzionato.
Si valuta un possibile ruolo dell’OAM anche rispetto a questa nuova categoria di soggetti, valorizzando le competenze acquisite. L’OM ha già visto ampliare le proprie competenze con l’affidamento di registri come quello degli operatori professionali in oro (OPO), sebbene la prossima chiusura del registro operatori in criptovalute comporterà la perdita di un prezioso patrimonio informativo per finalità di antiriciclaggio. La disciplina del 2010 per agenti e mediatori necessita di un ripensamento a causa della crescente digitalizzazione. È auspicabile che la futura normativa ampli il perimetro di azione degli intermediari e riconosca all’organismo più stringenti poteri di controllo per tutelare al meglio i consumatori.
La digital transformation: un banco di prova
La trasformazione digitale è un’ulteriore direttrice ineludibile. I comportamenti dei consumatori italiani sono cambiati, aumentando l’uso di internet banking e mobile. Si registra una crescita dei finanziamenti digitali, spinta dai nuovi comportamenti e dal fenomeno Buy Now Pay Later. Anche nei prodotti più complessi, seppur modestamente, il canale digitale sta crescendo, spingendo banche e finanziarie a investire in innovazione tecnologica, come l’intelligenza artificiale. Per i professionisti del credito, la digital transformation rappresenta un grande banco di prova, che impone di coniugare i nuovi modelli distributivi e le innovazioni tecnologiche con il fattore umano.
Nonostante la semplificazione offerta dal fintech, per decisioni importanti come un mutuo o un prestito personale, il cliente continua a volere un contatto umano qualificato, una consulenza individuale. Il digitale non è solo un canale alternativo, ma uno strumento di supporto per rendere il servizio più efficiente e veloce. La complementarità tra digitale (per transazioni, confronto) e umano (per consulenza, fiducia) è fondamentale. L’OAM, come osservatore privilegiato, può garantire un presidio di controllo sulla digitalizzazione e i rischi connessi.
Quali sono le prospettive
Il rapporto OAM-Prometeia offre spunti sulle prospettive del comparto. La previsione è di un mercato del credito sostanzialmente fermo nel prossimo triennio, ma con dinamiche più positive per il credito alle famiglie, che rappresenta la base del lavoro di agenti e mediatori. Il settore mostra un percorso di crescita costante dei numeri, con una spinta alla strutturazione e professionalizzazione. Emerge chiaramente che la dimensione comincia a contare, con una polarizzazione verso strutture più grandi, in grado di sostenere gli investimenti necessari. Questa crescita non deriva dall’aumento del credito complessivo, ma da un chiaro spostamento di quote dai canali diretti bancari ai canali indiretti degli intermediari.
Questo spostamento è dovuto in parte alla ridefinizione dei confini delle banche, sempre più concentrate sulla produzione, e alla domanda dei clienti di contatto umano per decisioni complesse. Le stime evidenziano un ruolo significativo degli intermediari: un mutuo su tre e quattro operazioni su cinque di cessione del quinto passano attraverso agenti o mediatori.
Il volume d’affari complessivo stimato è tra 1,8 e 2 miliardi di euro l’anno. La dimensione maggiore si correla positivamente alla performance e alla capacità di crescita. Le sfide percepite includono la necessità di aggregazione per i mediatori e l’opportunità di catturare vasti spazi di mercato in un quadro di alleanza con le banche.
Un quadro eterogeneo
Lo studio OAM-Tor Vergata sul confronto regolamentare europeo rivela un quadro molto eterogeneo e lontano da una reale armonizzazione. Le classificazioni degli intermediari, le autorità competenti e i requisiti per operare variano significativamente tra i Paesi esaminati (Italia, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Portogallo e Regno Unito). Questa eterogeneità rende difficile per gli intermediari operare cross-border e sfruttare i benefici della scala. Sarebbe auspicabile un mercato unico per gli intermediari, e il modello italiano è stato definito più completo e migliore di altri in alcuni aspetti.
Autorità di settore e soggetto vigilato
L’OAM ha una duplice natura: autorità di settore e soggetto vigilato dalla Banca d’Italia. La Banca d’Italia vigila sull’adeguatezza delle procedure interne dell’OAM e si attende una risposta proattiva alle evoluzioni del mercato. L’OAM ha intrapreso un percorso di profonda trasformazione organizzativa e gestionale, adottando un piano strategico triennale focalizzato sulla tutela del consumatore e del mercato, vigilanza, digitalizzazione e innovazione. Questa trasformazione mira a rendere l’OAM più efficiente ed efficace.
Quali saranno le prossime sfide
Le sfide future includono l’adattamento della vigilanza, il contrasto all’abusivismo, e l’arduo tema dell’educazione finanziaria, specialmente per i giovani. L’OAM chiede alla politica un aggiornamento normativo che allinei il settore ai tempi, rafforzi la tutela del consumatore. Richiede poteri di controllo e sanzionatori più incisivi, in particolare sui collaboratori e strumenti rafforzati contro l’abusivismo. Nonostante un contesto globale incerto, il settore degli intermediari del credito mostra ampi spazi di sviluppo e prospettive positive, affrontando le sfide con un percorso di crescita, professionalizzazione e adattamento tecnologico.
Un ruolo di primo piano per le reti terze
Nel 2024 le reti terze hanno confermato un ruolo di primo piano nel mercato del credito, intermediando oltre il 30% dei mutui residenziali e oltre il 70% delle cessioni del quinto, su un totale di finanziamenti superiore ai 50 miliardi di euro. È quanto emerge dal secondo rapporto OAM-Prometeia, che evidenzia come la crescita degli intermediari – agenti e mediatori creditizi – sia legata anche alla progressiva chiusura degli sportelli bancari. I mediatori presidiano principalmente il comparto dei mutui, mentre gli agenti si affermano nel mercato della cessione del quinto. Parallelamente, è cresciuto anche il rapporto tra numero di collaboratori delle reti terze e dipendenti bancari, passato dal 3,5% al 7,8% dal 2015 al 2023.
Nonostante la digitalizzazione e l’avanzare dell’intelligenza artificiale, le prospettive per il settore restano positive. Banche, agenti e mediatori prevedono un’ulteriore espansione nei prossimi 5-10 anni, puntando su nuove aree territoriali e sull’aumento dei collaboratori per rafforzare la propria presenza nel mercato.